“Andate dunque […] io sono con voi […]” (Mt 28, 19-20)

Per una comunità missionaria moderna


“Andate!”: partite, muovetevi, non rimanete tra di voi, ripiegati su di voi, chiusi nel vostro gruppo, all’interno della vostra comunità. Il Signore risorto manda quelli che sono con Lui e che sono testimoni della Sua vittoria sul male a “fare discepoli”. Se abbiamo spesso inteso la “missione” come un’attività che dovrebbe soltanto cambiare gli altri, ora comprendiamo che siamo proprio noi, uomini e donne, giovani e anziani, ad aver ricevuto una missione per comunicare ad altri la viva gioia che sperimentiamo nella comunione che il Signore risorto costruisce! La missione cambia dunque la nostra vita!

Chi dice: “Ma io non mi sento abbastanza forte per farlo!” oppure: “Ma io non sono così sicuro della mia fede!” dovrebbe leggere quello che è scritto subito prima del mandato che il Signore conferisce ai discepoli. Difatti è detto: “Essi – cioè i discepoli, al momento stesso che Gesù si manifesta – però dubitarono” (Mt 28, 17b). Gesù non manda persone senza dubbi, e possiamo aggiungere: né senza peccato né senza debolezze; Gesù manda persone “normali” che continuerà a confortare, esortare, incoraggiare, nutrire, illuminare: “[…] io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20b). Coraggio, dunque! Il Signore è la nostra gioia e la nostra forza, e la Chiesa, comunione di discepoli, è il Suo progetto.

Com’è possibile allora fare discepoli? Gesù manda i suoi, quelli che sono con Lui, a battezzare e insegnare (Mt 28, 19b.20a). Certo, queste due azioni sono strettamente correlate; ma è comunque interessante rilevare come il Vangelo anteponga il concetto del battesimo al concetto dell’insegnamento: il dono della comunione è gratuito. La comunione è più che prescrizioni morali: in essa si cresce e si comprendono i comandamenti del Signore. È necessario dunque invitare la gente a partecipare a quella comunione e a condividere la gioia che essa ci dà! L’invito alla nostra Messa domenicale, a quell’appuntamento intergenerazionale per condividere l’incontro con il Signore e con i fratelli e le sorelle, mi sembra anche oggi un buon metodo, lo stesso che Gesù aveva usato con i primi discepoli: “Venite e vedrete!” (Gv 1, 39).

Il libro che abbiamo in mano racconta in parole e immagini cinquant’anni di missione: i nostri anziani ritroveranno i loro ricordi, i nostri giovani scopriranno la storia della nostra comunità: la cripta, l’asilo, la piccola comunità delle Suore. Tutto ciò che possiamo vivere ogni domenica nella Messa e tutto ciò che si costruisce intorno alla Messa non è solo frutto dell’impegno umano, ma sarebbe allo stesso tempo impossibile senza quell’impegno! Il libro vuol essere dunque una testimonianza di gratitudine per quello che il Signore ha fatto tramite tutti coloro che si sono messi a disposizione della comunità fino ad oggi.

Siamo molto grati alle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, partite dal Friuli per venire a Lussemburgo, e ricordiamo con immensa gratitudine Padre Luigi Mella, sacerdote e professore, che più di una volta aveva dovuto lasciare la sua casa. Rendiamo grazie per il dinamismo di tutte le persone che hanno contribuito secondo le loro possibilità e con immensa generosità alla costruzione della nostra comunità. Il libro racconta dunque il vissuto di persone che hanno accettato la “missione” che Gesù affida ai suoi. E che partecipano così a quella missione. Grazie a tutti coloro che l’hanno realizzato!

Celebrando il cinquantesimo della presenza delle nostre Suore a Lussemburgo dobbiamo anche guardare al futuro. Nel suo messaggio, il nostro arcivescovo ha messo in luce le sfide che la Chiesa deve oggi affrontare. Nella società lussemburghese, la nostra Comunità Italiana della Cripta della Cattedrale è fonte di vita per tante persone, senza alcuna esclusione: tutte sono benvenute per scoprire la gioia dei discepoli, tutte! Oggi come ieri la comunità vive grazie all’impegno e alla testimonianza di ciascuno di noi, a cominciare dalla nostra partecipazione alle funzioni religiose e alle sue diverse attività.

Dobbiamo anche riflettere su quale sarà il futuro della Scuola Materna Italiana se non vogliamo che chiuda quando le Suore non potranno più insegnare. Non si tratta di imitare le Suore, ma di offrire un insegnamento grazie al quale i bambini possano scoprire sin dall’inizio del loro percorso scolastico anche il Vangelo, la preghiera, la Chiesa.

Un altro elemento molto importante è l’attenzione da portare alle vocazioni ai ministeri ordinati, cioè al diaconato e al sacerdozio, essenziali per la vita della Chiesa come le vocazioni religiose. Perché nessuno dei nostri risponde? Forse perché non sente una chiamata speciale? Ma non dimentichiamo che la vocazione si riceve anche tramite le esigenze della comunità, della vita della Chiesa! Per esempio, non ci sono abbastanza sacerdoti. Allora, se sono cristiano, maschio, celibe, il fatto che manchino sacerdoti è già un appello, una vocazione che lo spinge a chiedere al Signore se non ha bisogno di lui. Può mettersi dunque in cammino per incontrare i responsabili della diocesi o di una comunità religiosa: “Andate”, dice Gesù! C’è anche il ministero del diacono permanente: se sono cristiano, maschio, anche se sono sposato… eccomi, Signore, hai bisogno di me? Non dobbiamo aver paura! Ricordiamo che Gesù manda in missione discepoli che sono tutt’altro che perfetti. Nella prima omelia di Papa Francesco la prima parola che spiegava era proprio “camminare”! È nel camminare che tutto diventa più chiaro.

Il nostro libro è la testimonianza di cinquant’anni di presenza delle Suore a Lussemburgo e racconta fedelmente la storia di persone che hanno risposto non tanto a un appello quasi mistico, ma a una necessità ecclesiale: hanno fatto le valigie e sono partite! Ecco, quella comunità nata dal loro impegno è ormai parte integrante della vita di tutti noi! Potremmo allora concretizzare la nostra riconoscenza a Dio, alle Suore e a Padre Mella accettando anche noi il mandato del Signore per rispondere ai bisogni della Chiesa di oggi. E il Signore ci ha promesso che sarà con noi, sempre! Avanti dunque, nella Fede!

Pace e bene a tutti!

Lussemburgo, il 30 agosto 2015, festa della dedicazione della Cattedrale.

Don Giovanni

 
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