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Unzione degli Infermi*2° sacramento di guarigione241 Perché Gesù mostrò un così grande interesse nei confronti dei malati?Udito questo, Gesù disse loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.” (Mc 2, 17) Gesù venne nel mondo per mostrare l’amore di Dio; spesso l’ha fatto proprio nei casi in cui ci sentivamo particolarmente minacciati, ovvero nell’indebolimento della nostra vita dovuto alla malattia. Dio vuole la salute del nostro corpo e della nostra anima e che riconosciamo la venuta del regno di Dio. [1503-1505] 242 Perché la Chiesa deve occuparsi in maniera particolare dei malati?Gesù ci mostra che il cielo soffre insieme a noi quando noi soffriamo. Dio vuole essere riconosciuto anche “nel fratello più piccolo” (Mt 25, 40); per questo Gesù ha indicato nella cura dei malati un compito fondamentale per i suoi discepoli, chiedendo loro: “Guarite gli infermi” (Mt 10, 8), e promette loro un potere divino: “Nel mio nome scacceranno demoni… imporranno le mani ai malati e questi guariranno” (Mt 16, 17-18). [1506-1510] 243 Per chi è pensato il sacramento dell’unzione degli infermi?Ogni credente che si trovi in una situazione critica di salute può ricevere il sacramento dell’unzione degli infermi. [1514-1515, 1528-1529] L’unzione degli infermi si può ricevere anche più volte nel corso della vita; per questa ragione è opportuno che chiedano questo sacramento anche i giovani che, ad esempio, si sottopongano ad un’operazione delicata. 244 Come viene amministrata l’unzione degli infermi?Il rito essenziale nel caso dell’amministrazione del sacramento dell’unzione degli infermi consiste nell’unzione sulla fronte e sulle mani accompagnata da determinate preghiere. [1517-1519, 1531] 245 Come agisce l’unzione degli infermi?L’unzione degli infermi dona consolazione, pace e forza e unisce profondamente a Cristo il malato nella sua precaria situazione e nella sua sofferenza: il Signore ha infatti provato fino alla fine le nostre angosce e ha sopportato la nostra sofferenza. In alcuni casi l’unzione dei malati opera la guarigione fisica; ma se Dio vuole chiamare qualcuno a sé, gli dona con l’unzione degli infermi la forza per sostenere tutte le battaglie fisiche e spirituali nel tratto finale del suo cammino terreno. In ogni caso l’unzione dei malati opera la remissione dei peccati. [1520-1523, 1532] Molti malati hanno paura di questo sacramento e lo rimandano fino all’ultimo momento, convinti che si tratti dell’anticamera della morte. Ma in realtà è il contrario: l’unzione dei malati è una sorta di assicurazione sulla vita, e chi come cristiano, accompagna un malato, dovrebbe aiutarlo a liberarsi da questo falso timore. La maggior parte di coloro che si trovano in grave pericolo di vita sentono intuitivamente che la cosa più importane per loro è stringersi immediatamente a colui nel quale la morte è stata sconfitta e che è la vita stessa: Gesù, il Salvatore. 246 Chi può amministrare l’unzione dei malati?Chi è malato chiami presso di sé i presbiteri della Chiesa ed essi preghino su di lui, ungendolo con olio nel nome del Signore. (Gc 5, 14) L’amministrazione dell’unzione dei malati è riservata ai vescovi e ai sacerdoti. 247 Che cosa si intende con il “viatico”?Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. (Gv 6, 54) Con il “viatico” si intende l’ultima comunione che un uomo riceve prima di morire. [1524-1525] Nel momento in cui un uomo si incammina verso la conclusione della propria vita terrena la comunione è necessaria come in poche altre circostanze: in futuro egli avrà tanta vita quanta ne ha ora nell’unione (= Comunione) con Dio. Dal rito dell’unzione degli infermi: “Per questa santa unzione e per la sua piissima misericordia ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo e, liberandoti dai peccati, ti salvi e nella sua bontà ti sollevi.” * Youcat italiano. Youth catechism per conoscere e vivere la fede della Chiesa, Città Nuova Editrice, 2011. Il testo è strutturato in domande e risposte; i numeri riportati a conclusione di ciascuna risposta fanno riferimento a ulteriori e più approfondite esposizioni del “Catechismo della Chiesa cattolica” del 1997. Il commento che segue vuole offrire […] un aiuto ulteriore per la comprensione del significato esistenziale delle domande via via trattate. |